Via Raffaele Rubini (già via dell’Orologio) trae il suo nome dall’illustre scienziato che qui nacque il 19 ottobre 1817 e visse fino alla conclusione degli studi secondari.
Laureatosi nello stesso anno in Architettura e Scienze matematiche, passò all’insegnamento nelle scuole, ma, a causa delle sue simpatie per il movimento di unità nazionale fu fortemente osteggiato dalla polizia borbonica. Con l’unificazione dell’Italia fu chiamato a reggere la cattedra di Matematica razionale prima, e di Algebra superiore poi, all’Università di Napoli.
In vita scrisse diversi trattati di Geometria analitica e un’ampia serie di lavori scientifici che diedero un forte contributo al progresso scientifico e grande lustro alla città di Brindisi.
I suoi lavori sono oggi conservati presso la Biblioteca “A. De Leo” di Piazza Duomo a Brindisi.
In via Rubini angolo corso Garibaldi, nel 1947, durante i lavori di scavo per la fognatura, si rinvenne una statua di donna in marmo, acefala e priva delle braccia.
Fu ritenuta una statua decorativa della dea Afrodite, vestita di un leggero chitone di ispirazione ellenistica secondo l’usanza tipica degli “ateliers” romani. La scultura ci viene abilmente descritta dall’arch. Angela Marinazzo, già direttrice del Museo Ribezzo:
“Figura femminile stante, priva della testa e degli arti, gravitante sulla gamba destra, la sinistra è flessa. È vestita di leggero chitone fermato sotto il seno e sui fianchi da sottili cinture annodate a fiocco. L’himation copre interamente la parte inferiore del corpo con pieghe dense e pesanti.”
E, nelle brevi descrizioni che accompagnano la collezione statuaria del Museo Ribezzo si specifica:
“Risale alla prima età imperiale la statua di Afrodite stante indossante un sottile chitone altocinto. La scultura rinvenuta in via Rubini, nei pressi di piazza Mercato – costituisce una variante del tipo statuario di Afrodite, creato alla fine del IV secolo a.C., che mostra la dea dell’amore intenta a specchiarsi nello scudo di Ares.”
Aggiungiamo noi che Afrodite è la divinità greca dell’amore e simboleggia l’istinto naturale di fecondazione e di generazione. In Occidente il suo culto ebbe il maggior centro in Sicilia; di qui si diffuse fino a Roma, dove la dea venne onorata con il nome di Venere. L’arte antica la raffigurò nelle più varie specie. Il tipo originario orientale e fenicio era nudo, mentre nell’arte arcaica greca appare panneggiato fino a tutto il 5° sec. a.C. Fidia ne dette originali interpretazioni nel Partenone. Qui è in una delle nostre foto delle sculture del Partenone conservate al British Museum di Londra: Hestia è seduta a gambe leggermente divaricate, voltata sulla destra, mentre Didone accoglie Afrodite reclinata e con la spalla destra scoperta.
Sul versante opposto della via che va a sfociare in piazza G. Matteotti, proprio sull’angolo del palazzo Inps, è esposta una targa alla memoria.
Nel 2006, nel luogo dove sorgeva l’antico campanile, è stato collocato un bassorilievo in bronzo rappresentante la torre dell’orologio e il popolo brindisino che si agita ai suoi piedi; realizzato e donato dal maestro Giuseppe Marzano al fine di conservare la memoria storica del monumento e dello scempio operato. La fusione del bronzo per la realizzazione del pannello è stata ottenuta con i soldi donati dai brindisini (un euro a testa).
Eppure, all’epoca furono molte le proteste dell’opinione pubblica, e ad esse si associarono anche gli architetti Aymonino e Lenci incaricati di redigere il piano regolatore della città. Si stava distruggendo, insieme ad un pezzo di storia del Risorgimento, anche un “elegante campanile in pietra da taglio di stile neoclassico” che rappresentava le “vestigia di una civiltà e di un livello architettonico scomparso”.
Noi quel “piccolo mondo antico” ve lo mostriamo in alcune cartoline d’epoca – in particolare una datata “anni ’50”, e con le immagini tratte dalla fototeca Briamo, tra cui sono comprese anche quelle della demolizione della Torre dell’Orologio.
Abstract: G. Carito + 4, La torre dell’Orologio; B. Sciarra, Scavi e scoperte nell’area urbana di Brindisi; A. Del Sordo, Toponomastica brindisina; A. Marinazzo, Museo Arch. Prov. “F. Ribezzo”
Brindisi. A treasure in every street. Via Rubini (10)
Via Raffaele Rubini (formerly known as Via dell’Orologio) takes its name from the illustrious scientist who was born here on October 19, 1817, and lived here until he completed his secondary education.
In the same year, he graduated in Architecture and Mathematical Sciences, and he transitioned to teaching in schools. However, due to his sympathies for the national unity movement, he faced strong opposition from the Bourbon police. With the unification of Italy, he was appointed to the positions of Rational Mathematics and later Advanced Algebra at the University of Naples.
During his lifetime, he wrote several treatises on Analytical Geometry and a wide range of scientific works that made a significant contribution to scientific progress and brought great honor to the city of Brindisi. All of his works are now preserved at the “A. De Leo” Library in Piazza Duomo in Brindisi.
In Via Rubini at the corner of Corso Garibaldi, in 1947, during sewer excavation works, a marble statue of a headless and armless woman was discovered. It was believed to be a decorative statue of the goddess Aphrodite, dressed in a light chiton of Hellenistic inspiration, following the typical Roman “ateliers” style. The sculpture is skillfully described by architect Angela Marinazzo, the former director of the Ribezzo Museum: “Standing female figure, lacking a head and limbs, balancing on the right leg, the left one is bent. She is dressed in a light chiton fastened under the chest and on the hips with thin belts tied in a bow. The himation entirely covers the lower part of the body with dense and heavy folds.”
In the brief descriptions accompanying the statuary collection of the Ribezzo Museum, it is specified: “The statue of standing Aphrodite wearing a high-belted thin chiton dates back to the early imperial era. The sculpture found in Via Rubini, near Piazza Mercato, represents a variant of the statue type of Aphrodite created at the end of the 4th century BC, depicting the goddess of love gazing at herself in Ares’ shield.” Aphrodite is the Greek deity of love and symbolizes the natural instinct of procreation and generation. In the West, her cult had a major center in Sicily and spread to Rome, where the goddess was honored as Venus. Ancient art depicted her in various forms. The original Eastern and Phoenician type was nude, while in early Greek archaic art, she appeared draped until the 5th century BC. Phidias provided original interpretations of her in the Parthenon. Here is one of our photos of the sculptures from the Parthenon preserved at the British Museum in London: Hestia is seated with slightly spread legs, facing right, while Dido welcomes Aphrodite reclining with her right shoulder uncovered. On the opposite side of the street that leads to Piazza G. Matteotti, right at the corner of the INPS building, there is a plaque in memory.
In 2006, a bronze bas-relief representing the clock tower and the people of Brindisi bustling around it was placed at the location where the ancient bell tower stood. It was created and donated by master Giuseppe Marzano to preserve the historical memory of the monument and the devastation it suffered. The bronze for the panel’s casting was obtained with donations from the people of Brindisi (one euro each).
At the time, there were many protests from the public, and architects Aymonino and Lenci, tasked with drafting the city’s zoning plan, also joined in. They were not only destroying a piece of the Risorgimento’s history but also an “elegant neoclassical-style stone bell tower” that represented the “vestiges of a vanished civilization and architectural level.”
We show you that “little ancient world” in some postcards from that time – especially one dated from the ’50s – and with images from the Briamo photo archive, including those of the demolition of the Clock Tower.
Abstract: G. Carito + 4, The Clock Tower; B. Sciarra, Excavations and Discoveries in the Urban Area of Brindisi; A. Del Sordo, Toponymy of Brindisi; A. Marinazzo, Provincial Arch. Museum “F. Ribezzo””